Troppo tempo era intercorso dalla mia ultima visita al Fantino, e queste sono sciagure alle quali bisogna porre rimedio il più in fretta possibile!
Ben consapevole di come la prenotazione sia un elemento determinante per accedere ad un tavolo di questa trattoria (giustamente piena, vista la qualità e la gentilezza offerte), riservo con due giorni di anticipo un posto per due, passando momenti di silenziosa e forzatamente serafica trepidazione, in attesa del fiero pasto che avrebbe incontrato le mie fauci bramose.

"...So sunday sat, in the saturday sun, and wept for a day gone by.." (ovvero, molto semplicemente, è finalmente arrivato il fausto giorno domenicale) .


Con passo trotterellante, attraversiamo le pittoresche vie del centro, per una volta deserto (i miracoli della domenica, uniti alla pigrizia umana ).
Il lastricato in pietra è il nostro tappeto rosso trionfale verso l'ingresso della trattoria, ubicata in una piccola laterale della via Emilia.
Dalla invitante porta filtra un sopraffino odore, che ci attira dentro come mosche al miele.
Lo so, sono noioso, ma l'interno è tutta una storia, e non potrei mai non dedicare qualche riga a quell'ambiente così particolare e gradevole.
Alle pareti sono appesi dei graziosi quadretti e delle suppellettili artigianali, i tavoli sono apparecchiati in un ordine pulito e lindo, e sul soffitto (idea carinissima) la lampada è costruita su una struttura tubulare in ferro, che fa molto "jazz club arrugginito" .
A parte gli scherzi, la location è ottima, ricca di una luce brillante, quasi innaturale, di giorno e calda ed intima di sera.
Veniamo fatti accomodare da una gentile cameriera, che ci porta subito (ovviamente su richiesta) una bottiglia d'acqua naturale.
Spezzando l'attesa, divoriamo qualche grissino, in modo da preparare lo stomaco alle deliziose pietanze.
Il gestore arriva dopo poco al tavolo e ce le elenca a voce (con una gentilezza ed una professionalità veramente encomiabili.
Mi permetto anche di dare il mio parere positivo sul fatto che non vi siano menù interni, perchè i prezzi sono comunque onestissimi ed inoltre la "recita alimentare" è un'abitudine molto solare ed onesta, che crea un legame in più con il ristoratore.
In ogni caso, le nostre comande sono costituite da un piatto di "gnocchetti di patate zucca e salsiccia" ed uno di "tagliolini funghi porcini e speck".
Dopo pochi minuti arrivano i piatti, belli caldi e copiosamente riempiti di questi tradizionali ma innovativi manicaretti nostrani.
Inizio con gli gnocchetti (che bontà!!!), che sono perfettamente cotti, belli sodi, ed attorniati da un delicatissimo contorno di zucca (dolce, ma non dal sapore dominante) e tocchettini piccoli di salsiccia (saporita e gustosissima).
Una combinazione da dieci e lode, non c'è dubbio.
Assaggio anche i tagliolini, anch'essi cotti alla perfezione ed immersi in un mare di funghi prelibati (tagliati molto fini) e sfilatini di speck.
Abbinamenti decisamente riusciti, presentati in porzioni abbondanti.
Il gestore passa a ritirare i piatti, prendendosi tutti i nostri complimenti sulla coscienza e passiamo ad ordinare il secondo.
Qualche scellerato ha finito la tagliata la sera prima, così "ripieghiamo" (SI FA PER DIRE ) sulle costine in umido, cotte nel Sorbara.
Non ho parole per giudicare l'angelica tenerezza di una carne succulenta e morbidissima come quella.
Appena appoggio il coltello, voilà, la ciccia si stacca dall'osso, regalando ghiotte suggestioni al nostro palato, assieme ad un contorno egregio di patate arrosto, dolci e croccanti quanto buone.
Nel frattempo, finiamo una seconda bottiglia d'acqua ed ordiniamo i due caffettini finali.
Con tutte queste delizie sullo stomaco, usciamo dal ristorante salutando il titolare, ben soddisfatti e decisamente satolli, con il portafogli alleggerito di soli 34 euro, spesi volentierissimo.
Dire che "consigliatissimo", sarebbe un eufemismo.
Cinque cappelli, ma di quelli grossi
Alla prossima!!!!

Imperdibile!!!