Ci diamo l'appuntamento (in sei persone) all'agriturismo “il Luoghetto”,che non avevo mai nemmeno sentito nominare; mi dicono gli altri che interverranno che dovrebbe essere un bel casolare ben ristrutturato subito sopra Torre Maina, frazione di Maranello (Modena) e, a quanto sentito dire, dovrebbe offrire anche una buona cucina. Arriviamo (in due) alle 20.30, troviamo la strada (l'ultimo pezzo è sterrata) abbastanza facilmente, parcheggiamo senza grandi problemi, a parte il buio, nel cortile, saliamo la scala che porta alla sala (ex fienile, credo) che ha una dozzina di tavoli piuttosto grandi (forse per 60/70 coperti) e il proprietario, sentita la prenotazione, ci fa accomodare nell'ultimo tavolo in fondo alla sala, purtroppo un po' lontano da una grande stufa in maiolica, alimentata a legna, che scalda tutto il locale (NB: fuori, alle 20.30, ci sono 2° sopra lo zero!). La sala è stata molto ben ristrutturata: molto alta ed ariosa, belle le due capriate in legno che sostengono i travetti e i tavelloni del tetto. I tavoli hanno apparecchiatura classica da agriturismo: tovaglie e tovaglioli bianchi, un solo bicchiere di vetro molto spesso, un bicchierino piccolissimo da liquore e posateria normale.
Intanto che aspettiamo di cominciare la cena ci portano una bottiglia di pignoletto della cantina di Bazzano (discreto, bel fresco ma un po' dolce) e una di acqua gassata, poi alle 21, arrivati anche gli altri quattro amici, cominciano a servire le diverse portate, e ordiniamo ancora una bottiglia di lambrusco (di cui non ho notizie) e una di acqua naturale.
Gli antipasti: fagioli e melanzane in umido, cavolfiore e broccoli lessati, una frittatina, dei fegatini non so come conditi (che non assaggio neppure! non mi piacciono!), un po' di ricotta e alcune fettine di pecorino (buono), il tutto accompagnato da qualche tigella/stria rettangolare. Nel complesso è tutto discreto, ma abbastanza lontano dai nostri gusti modenesi.
Poi i primi: tagliatelle al ragù (molto grosse di spessore) piuttosto buone, tortelloni di sola ricotta al burro e salvia (bene la ricotta) e validissime lasagne al radicchio.
Poi i secondi: arrosto di maiale a fette, uno stinco di maiale al forno (discretamente saporito), polpa di maiale in aceto balsamico e agnello arrosto (buono) con patate arrosto buonine. Direi comunque un po' troppe carni, specialmente dopo tre primi non certo leggerissimi!
Purtroppo però, sia i primi che i secondi, tutti un po' freddini.
A seguire ci portano anche il dolce: una cucchiaiata di crema alla vaniglia, tipo crem-caramel, e un pezzo di torta barozzi: buone.
Ordiniamo poi solo due caffè e ci prendiamo bottiglie di grappa, nocino, limoncello ecc dagli altri tavoli perché il proprietario e i ragazzi che servivano sono spariti.
Poi , alzandoci per uscire, vediamo da una finestra della grande sala che dà sulla stalla sottostante un gregge consistente di pecore (che probabilmente ha originato il pecorino servitoci) a cui fa la guardia un quartetto di gatti (che dormono) sparsi fra le balle di fieno.
Chiediamo il conto: 30 euro a testa: normale, anche tenendo conto del servizio, non velocissimo ma sufficiente, svolto dal proprietario e da un paio di ragazzi. Il giudizio finale potrebbe valere quasi tre cappelli, ma questa lontananza dai nostri gusti, molto negli antipasti e un po' meno nei secondi mi fa fermare a due. Riproveremo più avanti.
Buono
[sangerronelmondo]
25/03/2009