Dovendo incontrarci una sera a cena con un collega che abita nella Valpolicella (beato lui), decidiamo di incontrarci quasi a metà strada incuriositi dall'interessante recensione fatta a suo tempo da margix2.
Arriviamo in clamoroso ritardo, ma la serata sembrava ancora abbastanza al culmine.
Il ristorante è in un vecchio edificio nella piazza di Isola, restaurato con gusto, con un pavimento curioso di pietra grezza, non molto grande (imballato per bene conterrà 30-35 persone, 40 persone al massimo). Nonostante l'apparente intimità del posto, incappiamo in una serata con una tavolatona da 10-15 persone allegre e rumorose, a tal punto che alle volte facciamo fatica a sentirci tra noi. Ma riteniamo non sia la regola, visto il locale e gli ambienti.
Un cameriere molto educato, ma forse troppo cerimonioso ed un po' impacciato in alcuni momenti della serata, ci indica il tavolo e ci lascia i menù.
Optiamo per un antipasto in due di polenta di riso (molto gustosa, al di là dell'aspetto bianchiccio, forse tirata con un po' di lardo per dare sapore) e salumi veronesi, un più buono dell'altro. Il nostro amico prende invece delle Capesante al riso, pare molto buone anch'esse.
Come primi noi scegliamo di buttarci sugli assaggi, che sono per almeno due persone, composti da 80 g di risotto per ogni specialità . Il piatto singolo preso dal nostro amico invece è da 140 g.
Risotto al tartufo, ottimo
Risotto all'isolana, la specialità locale, che in pratica è fatto con carne di maiale e vitello, tirato con burro e parmigiano, una roba da far venire l'acquolina in bocca anche ora che è mattino.
Il trionfo assoluto però lo tocchiamo con il terzo risotto, con capesante e pomodori secchi. Ovviamente si distacca dalla tradizione locale, per tuffarci piuttosto in un primo entroterra siciliano, con emozioni per il palato davvero uniche.
Il riso è il vialone nano veronese, più tozzo rispetto al carnaroli, e con una ruvidezza di superficie che lo rende particolarmente indicato per l'assorbimento di condimenti così ricchi e curati!
Accompagniamo il tutto con un Bianco di Custoza, niente di eccezionale, e forse un filo acido. Ma sulla carta dei vini c'è da soffermarsi un attimo. La metà delle bottiglie non supera i 10 € (la nostra ne costava 7), ed è prevalentemente produzione locale. Per chi invece volesse vi sono anche bottiglie più strutturate, sia bianhe che rosse, bollicine e non, arrivando a prezzi più sostenuti (60 € e oltre).
Due caffè "di riso", molto simile al caffè d'orzo, ed una grappa al riso, in pratica un'ottima grappa bianca e secca aromatizzata. Prendiamo anche due bottiglie d'acqua.
Volendo ci poteva stare ancora qualcosina, ma solo a patto di fermarsi a dormire in zona. Senza aver quindi straesagerato, ma usciti più che soddisfatti e con la necessità di una passeggiata conciliante, il conto totale è stato di 75 € da dividere per tre.
da tornarci tutti i giorni, non fosse che per la distanza.
Siamo molto indecisi fra 4 (oggettivamente pochi) o 5 cappelli, ma un paio di miniscivolate di stile del cameriere, il vino non eccezionale, i rumorosissimi vicini di tavola ed il fatto che si la prima volta che ci andiamo, ci fanno optare per un 4 prudenziale. Decisamente da riprovare!
Consigliatissimo!!
[gi]
04/06/2008